mercoledì 11 settembre 2013

Cartesio

Cartesio da una svolta decisiva al passaggio dal Rinascimento all'età moderna. Nella suo pensiero, i temi fondamentali della filosofia rinascimentale diventano un problema in cui sono coinvolti l'uomo come soggetto e il mondo oggettivo. Egli, inoltre, è il fondatore del razionalismo, ossia quella corrente della filosofia moderna che vede nella ragione l'organo della verità, nonché lo strumento per elaborare una nuova visione complessiva del mondo. Cartesio nacque nel 1569 e venne educato in un collegio di gesuiti. Qui ricevette una grande cultura: studiò, infatti, retorica, grammatica, latino. Tuttavia egli pose sotto una luce critica tali studi e li ritenne insufficienti per un orientamento sicuro all'indagine. Cartesio apparteneva alla nobiltà di toga e, dopo aver terminato la scuola dei gesuiti, divenne ufficiale dell'esercito durante la guerra dei Trent'anni. Il costume militare del tempo permetteva ai nobili un'ampia libertà, per cui egli poté viaggiare per tutta Europa. Durante tali viaggi non solo imparò più di quanto aveva imparato sui libri fino a quel momento, ma si dedicò anche agli studi di matematica e di fisica e continuò ad elaborare la sua dottrina del metodo. Nel 1628 si stabilì in Olanda: qui compose un trattato di metafisica ed uno sul mondo, "il Trattato della luce". Tuttavia la condanna di Galilei lo sconsigliò dal pubblicare l’opera, nella quale egli sosteneva la dottrina copernicana. In seguito pubblicò tre saggi, sulla Diottrica, sulle Meteore e sulla Geometria. Intorno al 1644, dopo aver scritto l'opera intitolata "Le passioni dell'anima", egli cedette ai ripetuti inviti della regina Cristina di Svezia di andare a stabilirsi presso la sua corte.Nell'ottobre giunse a Stoccolma; ma nel rigido inverno nordico si ammalò di polmonite e morì nel  1650. Cartesio non vuole insegnare, ma descrivere se stesso: parla, infatti, in seconda persona. Quando uscì dalla scuola dei gesuiti si rese conto di non possedere nessun criterio per distinguere il vero dal falso; aveva semplicemente acquistato nozioni che nella vita servivano poco e niente. Egli, innanzitutto, rifiuta il sapere tradizionale e critica:aristotelismo, dottrina sterile e incapace di portare a nuove conoscenze;teologia, dottrina dogmatica che si basa su verità rivelate;magia, alchimia, astronomia : sono imposture;filosofia, dottrina contraddittoria. Cartesio considera il sapere tradizionale un bedificio da abbattere ed inutile, in quanto non fornisce conoscenze nel campo conoscitivo e morale: non serve, per poter distinguere il vero dal falso ed il giusto dallo  sbagliato. Ciò perchè tale sapere bansa i suoi fondamenti sulla cultura letteraria, la retorica e formalistica, sulla memoria e sul passato. Questo, inoltre, esclude la natura e la scienza, materie di interesse per Cartesio.


Cartesio cerca un metodo che sia vero e utile: esso deve dare all'uomo una conoscenza non solo pratica ma anche teorica, e deve condurlo a distinguere il vero dal falso in vista dell'utilità e dei vantaggi che possono derivarne dalla vita umana. Questo me todo dovrà rendere l'uomo padrone della natura, e dovrà mettergli a disposizione i frutti della terra e altre comodità; infine dovrà mirare alla conservazione della salute. In sintesi, il metodo dev'essere un criterio di orientamento unico e semplice e che serva.